IL LIFTING DEL VISO – profilo salute, aprile 2016

Il lifting del viso (dall’inglese to lift = sollevare) è un intervento chirurgico che ha la finalità di “sollevare” aree del viso o del collo. A seconda delle aree interessate si identifica il lifting frontale, temporale, zigomatico, facciale o cervicale e ciascuna regione può essere trattata singolarmente o contestualmente ad altre.

In età matura oppure a seguito di forti dimagrimenti molte persone lamentano un certo disagio per il progressivo venir meno della definizione dell’ovale del viso. La cute tende, per gravità e riduzione del tono, a scendere verso il basso accentuando i solchi nasolabiali e i labiomentonieri con una discontinuità della linea mandibolare tra la regione del mento e quella del prolungamento mandibolare. Parallelamente si formano delle pliche cutanee a livello del collo prodotte dal cedimento della muscolatura mimica.

Il candidato ideale al lifting è il paziente che presenta una evidente riduzione del tono cutaneo e della muscolatura mimica più superficiale. Tale intervento può essere più o meno moderato in funzione delle esigenze del paziente fermo restando che la naturalezza del risultato spesso è inversamente proporzionale all’intensità del ringiovanimento.

Tecnicamente si eseguono delle incisioni collocate in aree possibilmente nascoste ed evidentemente dipendenti dal distretto interessato. Nel caso del lifting cervicofacciale si incide davanti oppure tutto attorno alle orecchie e talvolta al di sotto del mento, nel margine palpebrale inferiore per sollevare la regione zigomatica e nel cuoio capelluto per l’area frontale e quella temporale. Attraverso queste incisioni il chirurgo esegue uno scollamento cutaneo o muscolare ricollocando le strutture nella posizione più idonea e si conclude il lavoro rimuovendo la pelle in eccesso.

Spesso veniamo a conoscenza di presunte novità in questo ambito: leggiamo di softlift, di lifting della pausa pranzo, di lifting endoscopico, di lifting con fili, di lifting verticale; di fatto questa eterogenea terminologia descrive un intervento che nelle sue modalità di esecuzione può prevedere differenti risoluzioni tecniche con differenti livelli di impegno chirurgico e di risultato. Quale strategia scegliere è piuttosto semplice: l’esito di un lifting è quasi sempre proporzionale al livello di invasività della tecnica ma non per questo tecniche minori non vanno prese in considerazione. Un intervento moderato produce un risultato più naturale, meno duraturo nel tempo ma con un rientro più rapido alla socialità; quanto più la tecnica è invasiva tanto più il risultato sarà stabile nel tempo prevedendo un post operatorio di un certo rilievo.

Le complicanze sono piuttosto rare e sono quelle tipiche di tutta la chirurgia: cattiva cicatrizzazione, ematomi, possibili infezioni o lesioni nervose.

La durata dell’intervento, la degenza ed il tipo di anestesia sono dipendenti dall’entità della procedura prevista e dalle aree interessate. Si passa dalla mezzora in anestesia locale in regime ambulatoriale per l’applicazione di fili sottocutanei alle quattro ore in anestesia generale con ricovero di ventiquattro ore per un lifting completo del viso.

In merito a questo argomento spesso i pazienti chiedono a quale età si debba fare un lifting ma è evidente come sia difficile rispondere a questa domanda. Il “bisogno” di fare un lifting nasce e matura nel paziente che non è più in armonia con il proprio aspetto fisico ed in particolare con il proprio volto. Certo è che sempre più raramente si ricorre ad una chirurgia aggressiva in tarda età preferendo due o tre interventi di natura più modesta diluiti nel corso della vita.