Attualmente la rimozione dei peli superflui dal corpo è una tendenza mondiale e la fotoepilazione con laser o altra tecnologia basata sulla luce è una delle procedure maggiormente richieste in medicina estetica.
Secondo i dati della American Society of Aesthetic Plastic Surgery l’epilazione è al terzo posto nelle procedure non chirurgiche nel 2014 con ben 828.000 trattamenti annui, questa procedura mantiene stabilmente la terza posizione da almeno un decennio.
In Italia l’epilazione laser si troverebbe al quinto posto della classifica delle procedure non chirurgiche con 24.000 trattamenti effettuati nel 2014, incremento del 27% rispetto all’anno precedente.
Il meccanismo d’azione dell’epilazione laser si fonda sul principio della fototermolisi selettiva, elaborato da Anderson e Parrisch nel 1983. Il cromoforo principale, ossia il bersaglio ottico del laser è la melanina del follicolo pilifero, che è concentrata a livello del bulbo e del fusto, strutture che fungono da esche ottiche per il raggio luminoso. Tuttavia, il bersaglio biologico è rappresentato dalle cellule staminali situate a livello della papilla follicolare e quelle presenti in una struttura chiamata bulge annessa al pelo, queste cellule, non pigmentate, rinnovano continuamente la crescita dei peli nel corso della vita.
In sostanza, il raggio laser incidente sulla pelle viene assorbito dalla melanina del pelo, la luce viene trasformata in calore e questo effetto termico, indirettamente, surriscalda le strutture nobili del pelo, (le cellule staminali) che vengono alterate fino ad essere totalmente distrutte, solo così il ciclo del pelo viene ad essere bloccato e l’epilazione può essere considerata veramente efficace.
La fototermolisi selettiva dipende da numerosi parametri laser che un medico operatore dovrebbe conoscere molto bene, tra i più importanti: la lunghezza d’onda utilizzata, la durata dell’impulso, la densità di energia, le dimensioni dello spot di emissione; tutte queste misure, se opportunamente combinate fra loro, confinano il calore nel cromoforo target distruggendolo selettivamente ed evitando la dissipazione di calore ai tessuti circostanti, impedendo così sgradevoli effetti collaterali.
Quindi esistono dei fattori chiave per il successo di un trattamento di epilazione che passano dalla comprensione della anatomia, della crescita e fisiologia del pelo, da una conoscenza approfondita delle interazioni laser tessuto e dalla corretta selezione del paziente, la quale, imprescindibilmente, deve valutare il fototipo cutaneo, l’estensione della superficie da trattare, la valutazione del colore e del diametro del pelo da eliminare. Questi ultimi aspetti decideranno la fonte laser da utilizzare, ammesso che siano tutte a disposizione del medico.
L’ideale sarebbe poter disporre di diverse sorgenti a diverse lunghezze d’onda ( Alessandrite long pulse 755 nm, Neodimio:Yag long pulse 1640 nm, diodi 800-810 nm) in un centro polivalente; infatti, per l’esperto di terapia laser, è chiaro che la terapia, non solo è più efficace, ma è soprattutto priva di effetti collaterali quanto più è mirata.
Un altro fattore importante per il successo è quello di una adeguata preparazione pre e post operatoria: gli operatori dovrebbero definire con i pazienti aspettative realistiche prima di iniziare il ciclo di trattamenti. I peli bianchi, la peluria e i peli fini non sono responsivi ai trattamenti laser in quanto privi del cromoforo target. La pelle non deve essere abbronzata e il fototipo ideale dovrebbe essere il secondo o il terzo così da scongiurare il rischio di ustioni, iper-pigmentazioni della cute o addirittura esiti cicatriziali. I pazienti dovrebbero essere informati che una epilazione permanente e completa è difficile da ottenere, ma solamente grazie a trattamenti multipli può essere raggiunta una significativa epilazione a lungo termine. La percentuale di successo varia anche a seconda delle sedi corporee trattate, esistono infatti aree corporee in cui l’epilazione laser risulta essere statisticamente più efficace per esempio gambe, cosce e inguine. Va inoltre raccomandato al paziente di non esporsi ai raggi UV ( sole e/o lampade abbronzanti) per almeno 3-4 settimane dopo ogni seduta laser.
Concludendo è oggi possibile ottenere ottimi risultati nella epilazione, mantenendo margini di sicurezza elevati solamente affidandosi a professionisti competenti, dotati di macchinari di alto livello in strutture polivalenti con la possibilità di scegliere tra diverse lunghezze d’onda possibili. (gentile collaborazione del dr. Alberto Ferraglio)
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