Le teleangectasie (comunemente ed erroneamente definiti capillari) e le vene varicose degli arti inferiori rappresentano una problematica estetico-funzionale per molte donne che spesso si manifesta con l’ arrivo della bella stagione.
Sia perché le gambe con le “macchie” rosse o blu vengono messe in mostra sia perché in estate la patologia venosa appare clinicamente più evidente (gonfiore, stanchezza, senso di peso fino al vero e proprio dolore).
Tuttavia è a partire dall’ autunno il momento migliore per i trattamenti più idonei ed il ventaglio delle possibile soluzioni medico-chirurgiche nella mani del medico si è ampliato nel corso degli ultimi dieci-vent’ anni.
Fondamentale è l’ inquadramento clinico di ogni paziente mediante ecocolordoppler, un esame diagnostico non invasivo e facilmente eseguibile.
Le vene degli arti inferiori sono infatti un fitto reticolo di vasi tutti in sinergica comunicazione tra di loro il cui compito è quello di portare il sangue non ossigenato ,insieme ai liquidi ed ai metaboliti di scarto, dalla periferia al cuore.
Quando un vena non funziona bene appare dilatata anche ad occhio nudo ed il flusso di sangue sarà invertito cioè non più verso il cuore ma verso la periferia.
A seconda del livello dell’ incontinenza vi sono diverse strategie terapeutiche.
Se la disfunzione è a carico dei vasi di grosso medio calibro, oltre al classico intervento di stripping e flebectomia che consiste nel legare e “sfilare” i vasi, si è affiancata la possibilità di rimuovere il vaso stesso mediante l’ inserimento di una sonda laser al suo interno (trattamento endovascolare laser) ed la più semplice la possibilità di sclerotizzare la vena con una iniezione di un apposito farmaco sotto forma di schiuma al suo interno (sclero-mousse) senza la necessità di alcuna anestesia.
Nel caso in cui la problematica sia solo superficiale, dei piccoli vasi capillari dilatati e quindi di pura natura estetica, oltre alla scleroterapia classica, che negli ultimi anni è stata affiancata dalla TRAP (Tridimensional Regenerative Ambulatory Phlebotherapy) che utilizza gli stessi principi attivi ma ad una concentrazione più diluita , vi è la possibilità di avanzati trattamenti laser mediante Nd:Yag Alessandrite.
A cura del dr. Stefano Di Nonno e dr. Gianpaolo Bertoloni
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